04 aprile 2007

Catania, la radio parla latino

L’emittente Zammù, della facoltà di Lingue della città siciliana, trasmette online un notiziario letto interamente nella lingua dei Romani. Dalla Formula 1 alla politica, in cinque minuti di trasmissione l’antico linguaggio descrive il mondo contemporaneo
di Agnese Pellegrini
Si moltiplicano sul web i «Circulus» che parlano l’idioma di Cicerone, ricchi di curiose invenzioni quando occorre riferirsi a realtà odierne o a figure pubbliche
Forse suonerà un po' strano sentirli chiamare Antonius Blair o Georgius Bush, ma se è vero che la lingua latina non è morta nel 476 d.C. con la caduta dell'impero romano di Occidente ma continua ad essere viva, occorrerà farci l'orecchio a simili latinismi. Tanto più, poi, che non siamo di fronte a "baroni" universitari rinchiusi nelle loro aule a discettare di Indiae et Pakistaniae regimina o di rebelles in Ironia, ma ad un "normalissimo" notiziario, con tanto di speaker e di redazione ipertecnologica, in grado di trasmettere le notizie dell'America, della Gran Bretagna, del Pakistan e dell'Iran direttamente via e-mail. In tempi in cui si discute dell'inutilità delle lingue classiche, c'è chi tenta di (ri)fare, del latino, una lingua parlata. Nascono così trasmissioni radio, giornali web e addirittura chat dove i fan di Cicerone possono trovarsi in un villaggio, meglio in un'urbe, globale per discorrere, alla maniera di Seneca, dei problemi e dei conflitti del nostro mondo. L'ultima proposta è stata lanciata da Radio Zammù (www.radiozammu.it), emittente online della Facoltà di Lingue di Catania, che trasmette un notiziario interamente in latino, rivolto al grande pubblico, universitario e non. Due gli speaker, Alessandra Iacono, 23 anni, e Giuseppe Marcellino, entrambi studenti poco più che ventenni di Lettere Classiche. La trasmissione Nuntii latini Italici dura circa cinque minuti e viene trasmessa il venerdì alle 19, ma può essere riascoltata sul sito Internet. L'iniziativa ha radici lontane, in quelle terre finniche che non conobbero la dominazione romana, ma che attraverso i commerci dei vichinghi entrarono comunque in stretto contatto con l'Impero romano d'Oriente. Da un notiziario in latino ascoltato sulle frequenze finlandesi, i due giovani studenti siciliani hanno preso l'idea per il loro radio giornale, nato negli ambienti del Circulus latinus catinensis, un'associazione che ha lo scopo di promuovere e diffondere la vulgata di Roma antica. I testi, preparati da Francesco Carciotto, professore al Liceo Spedalieri, e dallo stesso Marcellino, spaziano dalla politica all'attualità, senza tralasciare notizie di cronaca locale e fatti internazionali, con uno stile su cui neppure Tito Livio avrebbe da ridire. E che il richiamo del latino sia davvero europeo lo dimostra
il fatto che un programma
analogo va in onda a Brema,
in Germania, ascoltabile su www.radiobremen.de, e ogni giorno il giornale online Ephemeris (http://www.alcuinus.net/ephemeris/index.php), "versoviae nata per rete divulgata ad omnia scitu digna spectans", parla ai loquantes Latine, cioè agli europei che riescono ad intendersi fra di loro usando la lingua dell'antica Roma, Stesso idioma per i fumetti di Asterix, Alix e Tintin, consultabili nel sito www.latinitatis.com
/latinitas/nubecula/nubecula.htm, né poteva mancare la chat con Grex latine loquentium (http://www.alcuinus.net/GLL/), un'agorà dove discutere in latino sugli argomenti più diversi, sito visitatissimo come http:/chat.yle.fi/
yleradio1/latini /index.php. Naturalmente, al novero anche i siti dei circoli latini (oltre 30) o quelli di più stretto interesse scientifico. Differenze con la vulgata di Cicerone, ovviamente, ce ne sono. A fronte di un rigoroso rispetto, infatti, per le strutture morfologiche e sintattiche della lingua classica, c'è una struttura più lineare e spontanea, come esige la nostra mentalità cartesiana di oggi. E poi fioccano i neologismi, costruiti con scrupolo etimologico, come per la notizia data in occasione del Gran Premio, Finnus Kimi Raikkonen (e stabulo Ferrari) vicit curriculum Grand Prix Australiae autobolidum Formulae 1 in urbe Melbourne die Solis habitum. Un impasto geniale di antico e di moderno, che però non indulge nel maccheronico, ma che è chiaramente in linea con l'insegnamento di Le Goff, per il quale l'Europa deve trovare nelle proprie radici una nuova lingua con cui parlarsi.
«Avvenire» del 29 marzo 2007

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