16 aprile 2007

Sesso e telefonini, l’amore sbagliato dei ragazzi

di Francesco Alberoni
Si diffonde sempre di più fra i ragazzi e le ragazze dai 12 ai 16 anni l’abitudine di fare sesso, di filmarlo con i cellulari e poi passarselo fra amici o mandarlo in rete. L’iniziativa viene dai maschi più vecchi di qualche anno, che convincono i più piccoli e le ragazzine. Quasi sempre queste in seguito si pentono, restano traumatizzate, intervengono i genitori, ma poi tutto ricomincia come prima. Cosa sta succedendo? Per rispondere dobbiamo partire da un dato biologico. A questa età i giovani maschi hanno due soli impulsi molto sviluppati: l’aggressività e il sesso. E la loro sessualità, a differenza di quella delle femmine, è totalmente separata dagli affetti amorosi. Quando possono fare ciò che gli pare, essi costituiscono delle bande aggressive, violente, con cui dominano gli altri. Alcune ragazze vanno con loro perché innamorate del capo, altre perché pensano che si tratta di un gioco, altre perché terrorizzate. Nella scuola italiana si sono messi in moto gli stessi processi che sono sempre esistiti nei ghetti degradati delle metropoli, nelle favelas, dove comandano bande di giovani violenti e le giovani donne vengono schiavizzate e avviate alla prostituzione. E come mai succede? Perché è scomparso il controllo che, nel passato, veniva esercitato dalle famiglie e dalla comunità. Negli ultimi decenni si è diffuso il convincimento erroneo che il mondo dell’amore, dei sentimenti delicati, delle buone maniere, della lealtà e della legalità sia qualcosa di naturale, di spontaneo. No: è il prodotto di millenni di civilizzazione e si conserva solo grazie alla continua vigilanza della comunità, alla sua costante azione educativa, alla sua continua crescita culturale. Quando questo ordine si rompe, per esempio in una guerra, vediamo esplodere i comportamenti primordiali più brutali: gli uomini torturano, stuprano, uccidono. Basta lasciare giovani maschi e giovani femmine insieme senza leggi, e ben presto si forma un gruppo dominante di maschi violenti ed armati che schiavizza gli altri e monopolizza tutte le femmine. Cosa fanno i signori della guerra in Africa, cosa fanno gli arabi nel Darfur? No, la pura spontaneità non produce vivere civile, ma solo paura, oppressione ed arbitrio. La civiltà è il prodotto dell’educazione degli impulsi attraverso la cultura, la morale, la legge. Soprattutto attraverso l’esempio. E gli esempi che danno questi giovinastri e le povere sciocche che li seguono sono disastrosi.
«Corriere della sera» del 6 aprile 2007

Nessun commento: