15 giugno 2007

«E adesso i libri ce li scriviamo da soli»: la nuova generazione di autori adolescenti

Alla Fiera di Bologna arrivano narratori giovanissimi. Rigorosamente under 20
di Taglietti Cristina
Ragazzi che (forse) leggono poco, ma certo scrivono molto. Per rendersene conto basterà fare un giro tra gli stand della Fiera del libro per ragazzi che domani apre i battenti a Bologna, tradizionale appuntamento dove si vendono e comprano i diritti e rituale occasione per fare il punto sulla situazione di un mercato sempre sull’orlo della crisi. L’offerta di romanzi per i cosiddetti young adults è sempre ampia, i dati dell’Aie (Associazione italiana editori) quest’anno sono addirittura più confortanti (rilevano un aumento della lettura nella fascia che va dagli 11 ai 17 anni), ma ciò che emerge come una tendenza nuova è la crescita di una giovane leva di autori che sanno parlare ai loro coetanei affrontando, con ambizioni ed esiti diversi, qualunque genere. Così se una delle iniziative di maggior successo della prima edizione del Fantasio festival di Perugia è stato il concorso «G.a.s. al minimo» che ha raccolto le storie brevi di oltre tremila giovani aspiranti scrittori tra i 17 e i 23 anni (37 sono state scelte e pubblicate in un volume), a Bologna autrici come la ventunenne Sara Boero al suo terzo romanzo con Piume di drago (Piemme) o la ventiseienne Licia Troisi, bestsellerista affermata con la trilogia delle Cronache del mondo emerso (Mondadori), sono ormai delle veterane. L’editoria sforna continuamente giovani autori (anzi più spesso autrici), così il nuovo caso letterario è la sedicenne Valentina F., autrice di TVUKDB, cioè «Ti voglio un kasino di bene», diario di un anno nella vita di una ragazza romana tra scuola, amicizia, amori. «Io scrivo da anni un diario che faccio leggere solo alla mia amica del cuore, Marta, la ragazza di cui parlo anche nel libro. Insieme abbiamo pensato che era fico farlo pubblicare» spiega Valentina. Il libro non ha nulla di spinto o di pruriginoso, Valentina F. non è Melissa P. e il massimo a cui si può arrivare è un bacio; il cognome di Valentina, il suo aspetto, persino la sua voce sono rigorosamente protetti dalla famiglia che non vuole gettarla nel circo mediatico (al punto da fa pensare che Valentina sia solo un nom de plume), eppure in due settimane il diario ha venduto 12 mila copie costringendo l’editore Fanucci che lo pubblica nella collana Teens a una ristampa. Per Valentina il livello dei libri per ragazzi è abbastanza buono (l’ultimo che ha letto è Io sono di legno di Giulia Carcasi, Tre metri sopra il cielo lo ha letto addirittura tre volte) e si possono «trovare un sacco di storie che parlano di noi, anche se spesso non raccontano come siamo e viviamo veramente». Tuttavia i ragazzi non scrivono soltanto di loro stessi, del loro mondo, dei loro bisogni e desideri, ma si cimentano anche su temi forti, difficili da raccontare. Basti pensare a Randa Ghazy nata a Saronno da genitori egiziani che, nel 2002, appena quindicenne, sconvolse la Fiera con il suo Sognando Palestina, all’indomani dell’11 settembre. Quest’anno, ormai diciannovenne, ripropone un altro titolo forte, Forse oggi non ammazzo nessuno, storia di Jasmine, «una giovane musulmana stranamente non terrorista» che, con l’arma dell’ironia riesce a stare a cavallo tra due mondi, quello musulmano e quello occidentale, senza appartenere pienamente a nessuno. Un tema difficile, soprattutto da raccontare a un pubblico di adolescenti, è anche quello affrontato da Erika Silvestri, ventenne di Ladispoli. Nel suo Il commerciante di bottoni (Fabbri), introdotto da una prefazione di Walter Veltroni, racconta la storia di Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, conosciuto quando aveva 14 anni. «Il libro è una raccolta di incontri, di conversazioni quasi private. Non volevo che l’esperienza di Piero, a cui sono legata come se fosse un nonno, andasse perduta». Erika racconta di aver sempre amato scrivere, e anche leggere: «Ma non ho mai letto i cosiddetti libri per ragazzi. Leggo i libri "normali", molti saggi, perché amo i temi storici, in particolare quelli legati all’Olocausto». Erika di Federico Moccia ha soltanto sentito parlare. «Non lo conosco perché non è il mio genere, ma probabilmente il suo successo sta nel fatto che ha trovato un linguaggio adatto per parlare ai ragazzi». Anche Maurizio Temporin, diciottenne di Novi Ligure, non legge la cosiddetta letteratura per ragazzi, non considera il suo romanzo, Il tango delle cattedrali (che uscirà da Rizzoli il 2 maggio) appartenente al tanto popolare genere fantasy, nonostante la presenza di un gargoyle nelle prime pagine («se proprio dovessi scegliere un genere direi che è fantascienza», spiega). Il Tango delle cattedrali è un libro dall’architettura complessa e dalle grandi ambizioni, che parla di tango, di arte, di immortalità, che mescola mondi paralleli e giochi letterari, Oscar Wilde e gli amici dell’autore. Maurizio ha interrotto gli studi al terzo anno del liceo scientifico, a 15 anni è andato a vivere con la sua ragazza, scrive da quando ne aveva 12. Se gli parli di Federico Moccia risponde con Fabrizio De André, Ray Bradbury, Tim Burton e Federico Fellini.
Erika Silvestri, 20 anni, vive a Ladispoli e studia storia medievale alla Sapienza di Roma. Ama dipingere e disegnare
Maurizio Temporin, 18 anni, vive tra Novi Ligure e Barcellona. Ha interrotto gli studi al liceo scientifico, ama il tango e gli scacchi
Valentina F., 16 anni, romana, studia al liceo scientifico. Non vuole rivelare la sua vera identità
« Corriere della Sera » del 23 aprile 2007

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