19 ottobre 2007

Gialli e romanzi, protagonista l’Italia E il turismo scopre l’effetto Grisham
Di Giulia Ziino
Vuoi vedere l’Italia? Va’dove ti porta il bestseller. Dalla campagna toscana alle piazze romane, dai vicoli di Napoli ai portici di Bologna, oggi i turisti stranieri che vengono nel nostro Paese hanno le idee molto chiare. Merito dei tour operator? No, degli scrittori. Un esercito di romanzieri che, stregato dall’italian way of life, ha scelto l’Italia come sfondo per le sue fatiche letterarie. Nati come romanzi, i libri di questi inconsapevoli agenti di viaggio si sono trasformati in vere e proprie guide, lette e sottolineate da agguerritissimi biblio-turisti. Il fenomeno ha radici antiche - a Verona il pellegrinaggio sotto casa di Giulietta non si ferma dai tempi di Shakespeare e nel Settecento i forzati del Grand Tour viaggiavano con i classici latini nel taschino - ma negli ultimi anni l’Italia-mania ha contagiato le librerie di tutto il mondo. Da una ricerca condotta da Bitlab, l’osservatorio permanente sull’immagine del turismo italiano all’estero, commissionata da Expocts in vista di Bit 2008, la Borsa internazionale del turismo in programma a Milano dal 21 al 24 febbraio, si scopre che, dal dopoguerra ad oggi, i libri di autori stranieri ambientati in Italia sono quasi cinquecento. Ma quello che stupisce di più è l’andamento del fenomeno: negli anni Cinquanta i titoli in questione erano 19, un numero che cresce fino ai 116 degli anni Novanta. Niente però in confronto ai 274 libri pubblicati dal 2000 a oggi: un’impennata che ha sbancato le classifiche. E dalla libreria all’agenzia di viaggi il passo è breve. L’ultimo in ordine di tempo dei romanzieri italian-addicted è John Grisham: due anni fa aveva scelto Bologna per Il broker, ora è la volta di Parma, inedita patria del football nel suo Playing for pizza, uscito qualche giorno fa negli Usa e non ancora arrivato da noi. Prima di lui furono il Mr Ripley di Patricia Highsmith, in viaggio tra Napoli e Roma, Robert Harris con il suo superclassico Pompei e Frances Mayes, poco conosciuta da noi ma amatissima negli Usa, che ha fatto sognare milioni di lettori persi Sotto il sole della Toscana. L’Italia, eden del saper vivere e della buona cucina, fa capolino anche nei libri di Jonathan Coe, Tim Parks (da anni residente a Verona) e in Hannibal di Tomas Harris, inquietante prequel del Silenzio degli innocenti, oltre che in decine di romanzi più o meno storici, che spaziano con libera fantasia tra Roma antica e le corti del Rinascimento, passando per la Torino della Sindone raccontata dalla spagnola Julia Navarro. Ma il campione indiscusso del biblio-turismo è sicuramente Dan Brown. Sogno segreto di tutti gli editori, i suoi bestseller planetari hanno regalato all’Italia milioni di turisti corsi a vedere con i propri occhi se davvero nell’Ultima cena di Leonardo si nasconde la Maddalena (come recita il Codice da Vinci) o se le chiese romane disegnano, come in un enorme «unisci i puntini», il Cammino degli Illuminati di Angeli e demoni. Perché i biblio-turisti non sono tipi da mordi-e-fuggi ma cacciatori di atmosfere, abituati a ricercare tra le righe. «Chi sceglie una località ispirato da una lettura - spiega Corrado Peraboni, amministratore delegato di Expocts - in genere ci resta più di un giorno, in cerca di un mood particolare». Suggestioni che i tour operator si sono attrezzati a cogliere: «Oggi - continua Peraboni - nel turismo vince la specializzazione, e spuntano tour e pacchetti dedicati agli itinerari letterari». Le città più amate dai biblio-turisti stranieri sono le classiche mete all’italiana: Venezia, Roma e Firenze sul podio. Stupisce di più la classifica per generi: tra i romanzi di autori stranieri ambientati in Italia i gialli sono il 24% del totale, contro il 18% dei romanzi d’amore. Non il cuore, ma il mistero.
«Corriere della sera» del 2 ottobre 2007

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