31 dicembre 2007

La Chiesa vera amica della scienza

Sfatiamo il luogo comune sulla Chiesa oscurantista e ostile alla scienza. Il messaggio cristiano ha dato uno slancio straordinario alla scienza e alla tecnica. E innumerevoli sono stati gli scienziati credenti. Molti addirittura ecclesiastici
di Giacomo SAMEK LODOVICI


Secondo uno dei più frequenti luoghi comuni, tra scienza e fede cristiana c’è opposizione e ostilità e la Chiesa è stata nemica dello sviluppo scientifico.
Per rettificare questa falsità ci vorrebbe ovviamente molto spazio, ma qualche idea è comunque possibile fornirla.
Infatti, dal punto di vista della storia delle idee, la Chiesa ha proclamato un messaggio che ha dato grande slancio alla scienza e alla tecnologia. Lo possiamo vedere mediante un inventario minimo e necessariamente incompleto.

Le idee cristiane che hanno dato slancio alla scienza
1. Come ha sottolineato recentemente l’autorevole sociologo delle religioni Rodney Stark, la chiave di volta della superiorità scientifico-tecnologica vantata dall’Europa per molti secoli risiede nella sua straordinaria fiducia nella ragione, che ha comportato ogni sviluppo culturale, sociale e scientifico. E questa vittoria della ragione è merito inestimabile del cristianesimo. La valorizzazione cristiana della ragione è stata davvero innovativa, perché le altre religioni enfatizzavano solo il senso del mistero e aspiravano ad una conoscenza non razionale e discorsiva, bensì ricevuta per illuminazione divina e per intuizione. Per il cristianesimo la ragione ha un valore straordinario perchè: a) è un’immagine di quella divina; b) è un grande dono di Dio. Perciò la ragione deve applicarsi e progredire in ogni ambito, anche in quello scientifico.


2. Le culture antiche sono quasi sempre pervase da una visione negativa del mondo o, almeno, della materia (si pensi all’orfismo, ai presocratici, a Platone e, ancora nel III secolo d.C., a Plotino, ecc.; l’unica eccezione rilevante è Aristotele). Questa malvagità del mondo (o della materia) comporta un atteggiamento di disinteresse nei suoi riguardi, lo rende non meritevole di indagine e ricerca. Viceversa, per la Chiesa, il mondo e tutta la materia sono buoni, quindi da indagare e studiare a fondo: a) perché sono creati da Dio (l’idea della creazione non era mai stata guadagnata dai greci); b) perché Dio si è incarnato nel mondo.


3. Visto che Dio si riflette nel mondo (pur essendo diverso) come un pittore si esprime nel quadro, studiare il mondo significa scoprire la magnificenza di Dio e la sua potenza: «i cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani» (Salmo 18). Galileo diceva che la natura è uno dei due libri scritti da Dio (l’altro è la Bibbia).


4. Visto che Dio è l’Autore del mondo, studiare il mondo equivale ad onorarne l’Autore.
5. Per molte culture antiche e per la filosofia greca (ad eccezione dei Pitagorici) la materia è irrazionale e dunque non è intelligibile, cioè non è comprensibile per la mente umana e per la scienza. Invece, per la Chiesa anche la materia è intelligibile, dunque potenzialmente conoscibile dal pensiero umano, perché è stata già pensata e poi creata da un Pensiero Creatore, quello di Dio. Anzi, la razionalità delle strutture del mondo, la loro conoscibilità da parte della mente umana, è un dato di fatto che rinvia a Dio come sua causa.


6. In buona parte delle culture arcaiche, nella filosofia greca (e tutt’ora in certe culture africane e asiatiche) il tempo ha un andamento circolare, ciclico, in cui tutto si ripete per necessità. È chiaro che questa concezione fatalista è frustrante per qualsiasi spirito di iniziativa, di intrapresa, scientifica e non solo: se tutto è già avvenuto, ogni apparente iniziativa nuova in realtà è una ripetizione nell’ingranaggio implacabile del tempo. Invece, per la Chiesa il tempo ha un andamento rettilineo, ed ogni avvenimento è una novità (pur se ricorrono delle somiglianze con il passato); tale visione dà slancio all’innovazione, alla ricerca, alla scoperta.


7. Nello stesso tempo, Dio non è un despota arbitrario, che cambia in ogni momento le leggi della natura. Così, le leggi che scopriamo un giorno restano vere anche il giorno dopo.


8. Per la Chiesa, la ricerca scientifica e la sua applicazione tecnologica sono una forma di obbedienza ad un comando di Dio: a) perché nella parabola dei talenti il Signore dice che ognuno deve far fruttare tutte le abilità che ha ricevuto in dote, quindi anche quella di studiare scientificamente il mondo; b) perché, più in generale, la ragione è un dono di Dio e va perciò esercitata quanto più possibile nella ricerca della verità.


9. Per i Greci e i Romani solo il lavoro intellettuale è stimabile e nobile; invece per la Chiesa ogni lavoro ha la sua dignità, anche quello manuale-tecnologico che interviene sul mondo. Infatti il Dio cristiano: a) interviene nel mondo; b) lavora per trent’anni come carpentiere a Nazareth.


10. Molte culture religiose antiche e moderne e alcuni filosofi greci (per es. Talete, Anassimandro, Senofane, ecc.) sono panteisti (Dio coincide con il mondo), oppure animisti (il mondo ha un’anima). Perciò l’atteggiamento più corretto nei riguardi del mondo è la venerazione, la contemplazione, ma non lo studio e l’intervento trasformativo-tecnologico. Viceversa, la Chiesa ha desacralizzato il mondo, spiegando che esso non coincide con Dio e non ha l’anima, perciò lo si può studiare a fondo e vi si può intervenire. Nello stesso tempo, il mondo è creato da Dio, perciò non appartiene all’uomo, che lo deve custodire e coltivare e non lo può devastare.

11. In molte forme culturali antiche (per es. l’orfismo e lo gnosticismo) e per molti filosofi (Eraclito, Platone, Aristotele) ci sono degli aspetti del sapere che vanno custoditi e non rivelati se non a pochi. Invece, per la Chiesa la conoscenza dev’essere condivisa e messa in comune. Ed è chiaro che quanto più si mettono in comune le proprie scoperte tanto più il sapere umano può progredire, perché, come dice il medievale Bernardo di Chartres, noi «siamo nani sulle spalle di giganti». I giganti sono le grandi menti che ci hanno preceduto, sulle cui scoperte noi possiamo appoggiarci e riuscire a vedere più lontano, cioè procedere oltre nella conoscenza. Mentre la dottrina della creazione e le conseguenti idee che ne discendono (la 3, la 4 e la 8) sono esclusivamente cristiane, le altre idee (alcune delle quali sono state messe in luce da P. Hodgson, cfr. bibliografia) del presente inventario non sono novità senza alcun precedente al cristianesimo, perché ci sono rari spunti sparsi già in precedenza. Ma solo la Chiesa le ha proclamate tutte insieme, così dando uno slancio formidabile alla scienza e alla ricerca scientifica.



Innumerevoli credenti hanno fatto numerose scoperte scientifiche
Ma non solo dal punto di vista teorico, bensì anche in concreto, i credenti e persino gli ecclesiastici hanno fatto importanti e significative scoperte scientifico-tecnologiche. Per esempio, fin dall’inizio del medioevo i monasteri furono centri di fervida innovazione tecnologica, dalla costruzione di edifici, all’agricoltura, al settore tessile, all’orologeria, alla metallurgia, all’incisione. Lo documenta Torresani in questo dossier. E l’esistenza, di cui parla Lanzilli, sempre in questo dossier, di innumerevoli scienziati credenti, spesso anche ecclesiastici, è la conferma più indiscutibile della piena compatibilità tra scienza e fede. Certo, nella storia della Chiesa ci sono stati momenti di difficoltà nel rapporto con la scienza. Non è qui il luogo di parlarne. La storiografia onesta ha però ormai documentato che se si ricostruiscono bene vicende come quella di Galileo e consimili, si può restare sorpresi nello scoprire che forse la Chiesa non aveva tutti i torti come continuamente si ripete. Ma, come detto, non è qui possibile dimostrarlo.



Anche la scienza può aiutare la fede
A noi resta almeno lo spazio per dire che non solo la fede cristiana ha dato slancio alla scienza, ma che, reciprocamente, anche la buona scienza può essere d’aiuto alla fede, perché può fornirle dei dati che valgono come supporto per intraprendere una dimostrazione, per es., dell’esistenza di Dio e dell’anima. Può offrire dei referti che (almeno fino a quando non vengano smentiti) costituiscono, insieme all’osservazione della natura, un punto di partenza da cui può prendere avvio il ragionamento filosofico che svolge le prove dell’esistenza di Dio (le più note sono quelle di S. Tommaso, ma se ne trovano formulazioni in Socrate, Platone, Aristotele, S. Agostino, Cartesio, Leibniz e tanti altri autori), che ricavano l’esistenza di Dio prendendo le mosse dalle caratteristiche del mondo e degli enti che costituiscono il mondo.



Differenze tra scienza e fede
Però devono essere chiare anche alcune delle differenze irriducibili tra scienza e filosofia/teologia.
1. La scienza studia solo ciò che è quantificabile e misurabile; filosofia e teologia studiano anche ciò che eccede il quantificabile/ misurabile, per esempio l’anima e Dio.
2. La scienza studia il come le cose avvengono, cioè le leggi dei fenomeni fisici (per es., come avviene la caduta di un grave o la sintesi clorofilliana); la filosofia e la teologia indagano il senso e lo scopo di un avvenimento. Ne L’uomo senza qualità di Musil (che di scienza se ne intendeva) al marito che piange la morte improvvisa e inaspettata della moglie, e che, gemendo, domanda: «Perché sei morta?» lo scienziato risponde in modo raggelante, insieme scientificamente esatto ed umanamente assurdo: «sua moglie è morta per arresto cardiaco». La risposta è corretta, ma insufficiente, perché non offre un senso alla morte che solo filosofia e teologia possono dare.
3. La scienza non è capace, da sé, di disciplinare il proprio esercizio, per es. di decidere se fermarsi o proseguire di fronte ad una sperimentazione letale per l’uomo, perché non è in sé capace di individuare il bene e il male; filosofia e teologia sono in grado di autodisciplinarsi, perché appunto il bene e il male sono uno dei loro ambiti di ricerca. Come diceva Novalis, un passo avanti nella tecnica richiede tre passi avanti nell’etica, cioè nella capacità di dirimere i complessi problemi etici che emergono (si pensi, per esempio, alla fecondazione artificiale, ai trapianti, alla clonazione, ecc.).

«Se il successo dell’Occidente si fonda sulle vittorie della ragione, allora l’ascesa del cristianesimo fu senza dubbio l’evento più importante della storia europea. Fu infatti la Chiesa a dare costante testimonianza del potere della ragione e della possibilità del progresso».
(Rodney Stark, La vittoria della ragione: Come il cristianesimo ha prodotto libertà progresso e ricchezza, Lindau, 2006, p. 62).

Bibliografia
Peter Hudgson, Scienza, origini cristiane, http:// www.disf.org/Voci/106.asp.
Rodney Stark, La vittoria della ragione: Come il cristianesimo ha prodotto libertà progresso e ricchezza, Lindau, 2006.
Stanley Jaki, Cristo e la scienza, Fede & Cultura, 2006.
Etienne Gilson, La filosofia del medioevo,La Nuova Italia, 1973, pp. 625-626, 812-819.

IL TIMONE - Aprile 2007

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