31 luglio 2009

Arriva la tv per neonati

Critici esperti e genitori
di Tiziana Lupi
Questa televisione non s’ha da fare. A pochi giorni dall’avvio ufficiale di BabyTv, il grido di allarme si è già levato forte e chiaro. Perché il canale in que­stione, targato Fox e disponibile al numero 620 di Sky da sabato 1 agosto, si rivolge ad una pla­tea a dir poco particolare: quella di neonati e bambini sotto i tre anni. Il lancio del canale ha, per Sky, un valore altamente strategico visto che, in previsione del mancato rinnovo del­l’accordo con RaiSat, BabyTV andrebbe a so­stituire il già disponibile RaiSat Yoyo.
Ma le stra­tegie televisive importano poco a chi, da tem­po, cerca di tutelare i bambini e non è affatto convinto che basti una programmazione «stu­diata da esperti e completamente priva di pub- blicità» a rendere innocuo un progetto che tan­to innocuo non è. Elisabetta Scala, presidente nazionale del Moi­ge ieri ha chiesto che Sky blocchi il lancio di BabyTv e che «le Istituzioni prendano idonei provvedimenti». Per la Scala «non si discute sui contenuti che andranno in onda.
Però voglia­mo richiamare l’attenzione sui gravi rischi i­nerenti la crescita fisica e psicologica di neo­nati e bambini fino ai 36 mesi». Non a caso, ri­ferisce ancora la Scala, a fronte di studi sui «danni che può provocare in bambini così pic­coli l’esposizione alla televisione», l’Autorità per le Comunicazioni francese ha imposto il se­guente messaggio: «Guardare la televisione può frenare lo sviluppo dei bambini minori di tre anni, causare ritardi psicomotori, incorag­giare la passività, causare sovreccitazione e tur­be del sonno». Ma cos’è BabyTv? Il canale è nato nel 2003 in Israele, è già presente in oltre cento Paesi del mondo e, come spiega il comunicato stampa, «offre una programmazione innovativa che u­tilizza il mezzo televisivo per favorire nel bam­bino l’apprendimento e la consapevolezza di sé». Inoltre, «BabyTv è anche un sito internet con giochi formativi da fare insieme, come quiz, puzzle e attività interattive».
È questo, forse, che fa dire ad Antonio Marziale, presi­dente dell’osservatorio sui diritti dei Minori e consulente della commissione parlamentare per l’infanzia : «Non sono contrario a Baby Tv, ma è fondamentale che i contenuti siano mi­nuziosamente controllati da esperti prima del­la messa in onda». Come e più di lui, la socio­loga Marina D’Amato, componente del Con­siglio Nazionale degli Utenti (che però è asso­lutamente contrario al progetto BabyTv), per la quale il canale «si pone come un accompa­gnamento alla crescita, stimolando curiosità e interesse da parte dei piccoli. Uno svago non passivo e senza pubblicità».
A difendere BabyTV, naturalmente, c’è anche Sherin Salvetti di Fox Channels Italy che però, mentre assicura che «l’obiettivo di BabyTV non è quello diventare una baby sitter ma quello di offrire un nuovo spunto di interazione tra ge­nitori e figli», dimentica di citare le ultime ri­ghe del comunicato stampa. Che recitano te­stualmente: «Come in altri Paesi, anche in Ita­lia il marchio BabyTV sarà presto presente nei negozi specializzati proponendo prodotti per l’infanzia». Insomma, come sempre, da picco­li spettatori a piccoli (grandi) consumatori.
"Avvenire" del 29 luglio 2009

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