11 luglio 2009

L’ossessione di «Repubblica»

di Mario Giordano
«L’ossessione» s'intitolava l'editoriale di Repubblica di ieri. Facile immaginare l'oggetto della breve trattazione: il direttore Ezio Mauro accusava Berlusconi di essere ossessionato per l'appunto dalla medesima Repubblica. Che è un po’ come se una zanzara accusasse il genere umano di pensare soltanto all'Autan. Ecco no: se un uomo viene costantemente aggredito dalla zanzara, magari, si mette l'Autan. E magari compra anche uno zampirone. Cerca di difendersi, insomma, per continuare a fare ciò che stava facendo prima di essere aggredito. Per fare, costruire, decidere, andare, pensare, incontrare. Vivere, insomma. Non è lui che è ossessionato, è la zanzara che è una zanzara.
La verità è che ancora una volta, come sempre accade, Repubblica ribalta completamente la realtà. Aggredisce e grida all'aggressore. Picchia e sostiene di essere stata picchiata. Va all'assalto e poi vuol far credere che qualcuno l'assale. Chiagne e fotte. Anzi, prima fotte e poi chiagne. Tanto per restare al caso di ieri: Ezio Mauro lamenta che Berlusconi abbia parlato di Repubblica a una conferenza stampa del G8. Dimentica però di dire che la domanda su Repubblica era stata fatta da un giornalista di Repubblica. Proprio così, che ci volete fare? I ragazzi di Scalfari sono sempre un po' egocentrici...
Dunque è andata così: Repubblica si lamentava perché Berlusconi il giorno prima non aveva risposto alle domande dei giornalisti. Berlusconi, anche per sgombrare il campo dai dubbi, allora si è concesso alle domande dei giornalisti. Quello di Repubblica, quando arriva il suo turno, si alza e solleva la questione del gossip. Berlusconi vorrebbe evitare («Non è la sede»), il giornalista di Repubblica insiste. E allora Berlusconi taglia corto: «Ci avete provato e vi è andata male». Questo, per Ezio Mauro, è l'«ossessione privata esportata in mondovisione», questo è l'attacco alla libera stampa, questo è il volto feroce del Caimano.
È il ribaltamento della realtà, il sottosopra applicato al giornalismo, una specie di gioco della frittata molto stupido e ossessivo. È un po' come quei compagni di classe che ti rubavano la merendina dalla cartella e poi andavano dalla maestra a piangere: «Mi ha detto che sono ciccione». O piccino mio, il problema non è che sei ciccione: è che sei ladro. E allora se vogliamo parlare di ossessione, ecco, l'unica ossessione sembra proprio quella di Repubblica. Un'ossessione cupa, livida, rancorosa. Un'ossessione che si fonda su una cultura sconfitta e ormai senza speranza, senza ideali e senza prospettive, che procede un po' alla cieca, mossa solo dalla furia distruttiva contro un avversario che le vince tutte e perciò è da abbattere a tutti i costi. È questo, solo questo, il motivo che ha spinto il quotidiano fondato da Scalfari e affondato da D'Avanzo ad affrontare questa campagna a suon di gossip, così violenta e sgangherata, tanto insolente quanto fragile. Una campagna che appare oggi ormai definitivamente senza via d'uscita.
Eppure Mauro chiude il suo editoriale dicendo andranno avanti. Non ne abbiamo dubbi. Hanno cercato di andare avanti anche durante il G8. Il direttore di Repubblica nell'editoriale parla di «interesse nazionale», ma in realtà il suo quotidiano avrebbe voluto fortemente violare la tregua imposta da Napolitano. Solo che non c'è riuscito. Due giorni prima dell'inizio del vertice ha pubblicato un'intervista di D'Avanzo a una ragazza per cercare di infangare le feste a Palazzo Grazioli: tentativo miseramente fallito. Ieri, in pieno vertice, ha pubblicato altre due pagine dedicate al gossip senza cavare un ragno dal buco: tentativo miseramente fallito. Ci saranno altri tentativi, falliranno anch'essi. Ma la strada è segnata. Non a caso, appena spente le luci mondiali sull'Aquila, Franceschini è ripartito all'attacco, accusando il governo, pensate un po', di non occuparsi di economia. Già: e cosa ci facevano Berlusconi e Tremonti al G8 mentre lui, leggenDario, contava le (scarse) tessere del Pd?
Certo che ha un bel coraggio Franceschini: ha passato le ultime settimane a litigarsi le poltroncine del partito, parlando solo di correnti e fazioni, nuovismo contro vecchismo, formule vuote come l'agenda di Veltroni. E ora accusa il governo, che nel frattempo ha portato al G8 roba come i legal standard e la liberalizzazione del commercio mondiale, di non fare nulla contro la crisi... Bah. Se ci fosse un'opposizione seria (e ribadisco: se) riconoscerebbe il risultato ottenuto dall'Italia con i Grandi della Terra e si metterebbe a disposizione per affrontare in modo civile i problemi italiani, mentre prepara un'alternativa democratica in vista delle future elezioni. Invece no: vivono nel sogno della scossa. Vivono ancorati al loro anti-berlusconismo. Prigionieri del loro odio.
E dunque torneranno all'assalto, ci proveranno ancora. Ezio Mauro lo dichiara, leggenDario lo fa capire. Del resto lui è fatto così: quando Repubblica gli parla nell'auricolare, si muove di conseguenza. Manco Ambra era così obbediente. La batosta non è servita, l'ossessione (la loro ossessione) è più forte della realtà, più forte dell'evidenza dei fatti, più forte anche dello spirito di autoconservazione. Andranno a passo di carica lungo la stessa strada che hanno percorso finora senza rendersi conto del pericolo cui vanno incontro: a correre nei vicoli senza via d'uscita, si sa, prima o poi si finisce per sbattere la faccia contro il muro.
"Il Giornale" dell'11 luglio 2009

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