19 dicembre 2009

Un «freddo» compagno di viaggio: tanti pregi e il testo protagonista

Impressioni di lettura
di Massimo Calvi
Ha le dimensioni e la forma di un quaderno, il peso di un romanzo, il fascino del­la novità tecnologica da esibire, la responsabilità – non facile da por­tare in certi ambienti – di essere un concorrente del libro stampa­to.
Il Kindle della Amazon, la più grande libreria internet del mon­do, non è l’unico supporto per leg­gere libri elettronici, e forse nem­meno il migliore dal punto di vista tecnologico, ma è di sicuro il pro­dotto di riferimento, per il catalo­go di cui dispone. Lo abbiamo pro­vato due settimane e fatichiamo a nascondere l’entusiasmo, benché mitigato dai giudizi contrastanti raccolti attorno a noi. D’altronde una tavoletta che sullo schermo riesce a riprodurre quasi alla per­fezione l’inchiostro stampato, può apparire agli amanti del libro e del­la lettura (ma le due passioni so­no veramente gemelle?) uno stru­mento inquietante, quasi un com­plemento d’arredo per quei salot­ti immaginati con grandi divani li­neari e immensi schermi tv, ma senza librerie a guastare la purez­za dello spazio. Tuttavia l’attenzione che il lettore elettronico ( e-reader ) di libri elet­tronici ( e-book ), dopo il boom ne­gli Stati Uniti, sta suscitando anche da noi dice che non si tratta di un fenomeno passeggero. E che il Kindle abbia un senso lo si com­prende usandolo. Manca forse il piacere di sfogliare le pagine, la ra­pidità di un’annotazione a mati­ta, il fascino rassicurante dell’abi­tudine. Eppure la leggerezza e la fredda comodità della tecnologia finiscono per lasciare al testo il ruolo del protagonista, tanto che ci si ritrova presto abbandonati al­le parole di un romanzo dimenti­candosi del supporto di lettura u­sato.
Con il Kindle, in un centinaio di Paesi al mondo, è possibile rice­vere un libro o un giornale in soli 60 secondi, come fosse un mes­saggino Sms, scegliendolo da un catalogo ricco di oltre 360mila li­bri, decine di quotidiani e riviste internazionali. È possibile fare sot­tolineature, ricerche di testo, crea­re segnalibri, aggiungere note, ca­ricare file Pdf o Word dal compu­ter. La tastiera è piccola ma essen­ziale. Ogni testo, inoltre, può esse­re ascoltato come un audiolibro.
Limiti ne ha. Gli e-book disponi­bili sono solo in inglese, mentre i prezzi dei libri elettronici non ap­paiono molto competitivi rispetto alla loro versione 'fisica', a causa dell’Iva europea al 20% che pena­lizza il libro virtuale. Inoltre, ri­spetto a un più potente e versati­le computer, il Kindle sembra prei­storia. Ma è proprio nella sua 'ri­gidità' rispetto a un pc o a un sup­porto con decine di applicazioni e funzioni, che finisce per assomi­gliare molto più a un libro di quan­to si pensi. Così, alla fine, lo ab­biamo trovato comodo in poltro­na, utile per chi si sposta, perfetto per i libri che si leggono d’un fia­to, per bestseller , 'casi letterari', guide, manuali e classici da rileg­gere. Forse meno – scontato sot­tolinearlo – per i libri della nostra vita e i testi di studio.
Difficile dire se l’evoluzione con­dannerà il libro alla medesima sor­te riservata a dischi in vinile e rul­lini. Noi crediamo di no. L’unica cosa poco rassicurante è non aver trovato «Farenheith 451» nel pur vastissimo catalogo del Kindle. Un presagio?/span>
«Avvenire» del 18 dicembre 2009

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