28 maggio 2010

L'iPad non è tutto oro. Ecco quello che non va

di Mario Cianflone e Luca Figini
Arriva l'iPad. La tavoletta digitale di Apple è tra le legittime aspettative dell'industria editoriale che conta di trovare finalmente un modello di business digitale. Le attese per la novità sono elevate: si registrano fenomeni di iperesposizione mediatica, già visti, ma comunque singolari, e sconcertanti atteggiamenti di incondizionato entusiasmo dai tratti "religiosi".
Oggetto di culto o potenza del marketing. Qualsiasi oggetto riporti il marchio di Apple è ormai considerato al di sopra delle parti. Non è quasi neppure un prodotto, un oggetto commerciale al pari degli altri, ma una scoperta della scienza. Gode di un trattamento speciale e giudicato a priori innovativo e rivoluzionario. E' successo tante volte in passato, sta accadendo di nuovo con l'iPad. Intendiamoci, non che la tavoletta che Steve Jobs ha definito "magica" non abbia le carte in regola per sfondare; ha già avuto un successo imprevedibile di vendite negli Stati Uniti e si appresta a fare il bis in Europa e Italia. L'iPad ha la cifra tecnologica e i contenuti necessari per stupire e soddisfare gli utenti. Solo che è ormai prassi usare tutta l'indulgenza possibile per i dispositivi che hanno una Mela morsicata cucita addosso. Non è solo merito del marketing: Apple, in effetti, ci ha abituato a oggetti con una qualità costruttiva ineccepibili e con un design straordinariamente curato. Device facili da usare e rivoluzionari. Però non può essere sempre tutto targato come bello e mai visto prima. In modo aprioristico, acritico e, diciamolo fideistico. Solo perché il marchio è una mela morsicata. Sarebbe lo stesso per altre case, come Hp o Samsung? Sony o Asus? Microsoft o Htc. Crediamo di no. C'è di più, c'è un misto quanto meno singolare di azioni di lobbing e di fidelizzazione di "influenzatori": giornalisti, artisti, registri e scrittori. Già, è noto che Apple ha chiamato a raccolta da tempo i suoi friends, i suoi evangelisti, convinti Heart and Soul di appartenere a un'élite. Anzi, a una chiesa, a una vera e propria religione con tanto di adepti che applaudono battendo le due "alve" dei loro Mac portatili quando il loro profeta Jobs appare in pubblico, oppure scrivono recensioni su giornali e siti web senza neppur un dubbio, senza domandarsi se sia il caso di essere più laici e meno fedeli alla linea di Cupertino. E i difetti, le mancanze, le blindature non vengono criticate, analizzate, ma giustificate come scelte. Scelte da accettare come dogma della chiesa della Mela
Quello che non convince. Ma torniamo all'iPad, dove la cosa più insopportabile è la mancanza di una porta Usb. Certo, tra gli accessori il tablet vanta i moduli da collegare alla porta inferiore per leggere memory card e scaricare gli scatti dalla fotocamera digitale. Questa scelta costruttiva è fedele alla filosofia di Apple: «Ti fornisco un dispositivo di base contornato da un insieme di accessori (hardware e software) per aggiungere le funzioni che ti servono. Fatto sta che la porta Usb sarebbe stata una gran comodità per collegare unità esterne, una tastiera o per diversi altri tipi di utilizzo. E magari potevano mettere una porta con interfaccia 3.0, ultraveloce. Ma è una mancanza scientifica, così i contenuti passano tutti dalla mani di Apple e del suo negozio online. L'antenna Gps è presente solo nel modello più costoso con il reparto 3G integrato. Anche perché il sistema satellitare è di tipo "assistito", ovvero sfrutta la rete cellulare per trovare la posizione corrente. Il Gps sarebbe stato utile per numerose applicazioni anche nel modello Wi-Fi, ma per chi ci tiene ad averlo deve spendere i 100 euro in più che servono per la versione con modem Umts/Hsdpa.
Webcam perché no? Parlando di mancanze, non si capisce perché la webcam sia sparita in fase di distribuzione. Da un apparecchio "social" come l'iPad ci si attende un sensore fotografico, quantomeno per eseguire videochiamate o videochat. Nulla. Certamente ci sono sotto altri "interessi". Quali? Alimentare il mercato degli accessori e il suo ecosistema, creare aggiornamenti di prodotto e nuove opportunità di business.
Non c'è Flash. Su questo fronte i punti di vista si sprecano, a iniziare da quelli ufficiali di Apple e Adobe che hanno portato le due aziende anche a confrotarsi piuttosto aspramente in Internet. Ebbene, quale che sia la reale motivazione, la mancanza del player multimediale più diffuso sul Web è grave perché non permette di godere di numerosi contenuti non solo video. A maggior ragione se si pensa che è frutto della scelta di tenere chiuso il sistema affinché Apple e nessun altro possa decidere ciò che gira o non gira sull'iPad. Scelte politiche e strategiche, certo, però nella vita reale se si acquista un apparecchio è l'utente - in ultima analisi - che sceglie cosa farci e non chi lo vende. Altrimenti vige un regime di libertà vigilata: «Puoi arrivare fin qui e non oltre, adeguati».
Tablet per internet. L'iPad, come tutti i prodotti Apple, deve essere utilizzato per quello che è: un tablet per navigare in Internet, leggere libri e farci del multimedia. Meglio chiedere a un Mac di fare il Mac, non di fare il pc. Ebbene, lo stesso vale anche per la tavoletta "magica" perché non è né un'alternativa ai netbook e portatili compatti né un e-book reader. Può fornire alcune delle funzioni di un pc, ma si tratta pur sempre di fruizione dei contenuti legati al Web; la creazione e la gestione dei contenuti Internet è ancora appannaggio dei computer. L'iPad permette di leggere i libri, ma come dice Jeff Bezos di Amazon «i veri appassionati della lettura sceglieranno un lettore dedicato e non un dispositivo polivalente». Dunque riconosciamo al tablet la possibilità di spaziare su vari fronti, di essere trendy e di fornire funzioni interessanti, ma è complicato capire quale impatto avrà su questi mercati (e chi ha detto che le conseguenze saranno per forza negative?). Nel frattempo, l'iPad potrebbe cannibalizzare proprio una parte del business di Apple, dato che secondo una recente ricerca di Morgan Stanley il 24% degli utenti intervistati sceglierà la tavoletta al posto di un Macbook e il 41% rinuncerà all'iPod in favore dell'iPad. Dal punto di vista costruttivo, bisogna ricordare che il display ha una risoluzione di solo 1.024x768 pixel, dunque sarà in grado anche di visualizzare i contenuti in alta risoluzione, tuttavia su un pannello che non è HD, non offre cioè alta definizione.
Dopo l'estate la versione 4. Chi acquista oggi un iPad fa un investimento per il futuro. C'è già qualcuno che sostiene che questo oggetto gli ha cambiato la vita in meglio. E in effeti usarlo è un piacere. La verità è che il tablet è nato per i cosiddetti "nomadi digitali" e per chi viaggia. I pendolari, per esempio, se lo godranno di più di chi è sedentario a casa o in ufficio. In questo caso, l'iPad si riduce a un sistema di navigazione sul Web da divano, la cui effettiva utilità nel tempo è tutta da dimostrare. Come dire che passato l'entusiasmo iniziale va verificato sul campo la tenuta del dispositivo. Mentre chi è spesso in giro e ha necessità di un oggetto sempre connesso può trovare tanti motivi di interesse. Ma per capirne le reali potenzialità bisogna attendere la fine dell'estate quando sarà disponibile la versione 4 del sistema operativo alla base di iPad e iPhone che aggiunge, tra l'altro, il supporto al multitasking e numerose funzioni migliorate e innovative.
«Il Sole 24 Ore» del 27 maggio 2010
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Se non hai idea di cosa stiamo parlando dai un'occhiata al video
http://tv.repubblica.it/copertina/ernesto-assante-presenta-l-ipad/47911?video&ref=HRER2-1

1 commento:

Unknown ha detto...

Sono completamente d'accordo sull'acriticità dei macevangelisti. Non è un fenomeno nuovo, ma assumendo contorni farseschi. Però... Sono un utente Mac da sempre, e se non ci fosse stata la Apple la mia vita sarebbe stata talmente diversa (peggiore) che, purtroppo, non posso far altro che ringraziarla. Credo che, come tutte le aziende, la Apple faccia ovviamente i suoi interessi, quindi sulla questione della chiusura del sistema non mi sembra che valga la pena discutere. L'ecosistema Apple è chiuso, Jobs impone una serie di cose quando si acquistano i suoi prodotti. C'è un'ottima alternativa, per chi si sente vessato da questa procedura: non acquistarli. Di fatto, i miei computer e iphone non hanno mai contratto un virus. Dipenderà anche dalla chiusura del sistema?