29 maggio 2010

Tre cerchi di sicurezza per usare Facebook

Relazioni digitali
di Eva Perasso
Dopo le proteste e le minacce di boicottaggio il sito cerca di migliorare la privacy degli utenti
Tre cerchi in cui decidere di collocarsi e mostrarsi. Il primo, è quello composto da una rete ristretta di persone che conosciamo. Il secondo, comprende anche le persone frequentate da chi ci conosce, e il terzo è il girone dell’universo- mondo degli utenti iscritti a Facebook.
Sono questi tre i livelli semplificati che tra qualche giorno (la data ufficiale non è ancora nota) potremo scegliere dal nostro profilo nel social network più criticato. Una corsa ai ripari decisa da Facebook, criticata per la gestione troppo disinvolta dei dati degli utenti, dopo le ire di svariati gruppi, come quello che propone per lunedì prossimo, 31 maggio, di lasciare definitivamente Facebook (QuitFacebookDay.com) e che oggi ha già superato le 23 mila adesioni. Ecco perché a metà settimana il fondatore di Facebook in persona, il 26enne Mark Zuckerberg, ha deciso di collegarsi con i giornalisti di tutto il mondo per spiegare le nuove impostazioni della privacy che interessano tutti gli utenti molto da vicino. È importante, non appena saranno disponibili, andare subito a variare tali impostazioni per provare almeno a evitare di finire tra gli «schedati » da parte di società di marketing.
Con un avvertimento: cambiare le impostazioni potrebbe non bastare, ma certo è un buon inizio. Si farà così: collegandosi a Fb, andremo su account, impostazioni privacy, e lì potremo decidere tra i 3 cerchi: rendere le nostre informazioni (link, commenti, messaggi in bacheca…) visibili solo ai nostri amici; agli amici di amici; a tutti. Vi sarà anche un'opzione «consigliata» (attivabile spuntandola con il mouse), che permetterà in automatico di farci aiutare da Fb a rendere il nostro profilo protetto. Compiuto questo primo passo, è poi possibile andare a specificare per le singole voci cosa vogliamo che qualcuno veda o non veda: siamo bravi fotografi e vogliamo che i nostri scatti siano visibili a tutti? Possiamo decidere che il dato album diventi di pubblico dominio, mentre le foto dei nostri figli resteranno disponibili solo agli amici fidati. Sarà anche più immediato disattivare il servizio di «Personalizzazione istantanea» tanto criticato, perché espone i nostri dati sensibili a terze parti, ovvero ai siti partner di Facebook (come i Microsoft Docs per condividere documenti con gli altri utenti di Fb), mentre oggi arrivarci è ancora complicato.
Ma possiamo farlo ugualmente, seguendo questi passaggi: collegarsi a Impostazioni sulla privacy, Applicazioni e siti Web, Programma sperimentale di personalizzazione istantanea, e lì disattivare la funzione sito per sito cliccando su «No, grazie». Se poi decidete di seguire l'esempio del movimento Quit Facebook Day e volete definitivamente uscire dal social network, ricordate che disattivare il proprio account è molto diverso dal cancellarlo per sempre. E che per eliminarlo definitivamente è fondamentale aspettare almeno 14 giorni dalla richiesta. In cui è vietato provare a collegarsi per verificare se si «esiste» ancora e andare a visitare i siti partner dove le nostre password sono rimaste in memoria. Un ulteriore consiglio, è quello di monitorare la propria presenza e reputazione online.
Lo si può fare con un a semplice ricerca su Google del nostro nome e cognome, oppure consultando siti specializzati in questo. Come 123people.it, che in una sola schermata riassume quel che ha trovato di noi, foto, indirizzi, blog, commenti, articoli, profili sui social network. O ancora OpenBook.com, motore che ricerca all' interno di Facebook i nostri commenti su un dato argomento, per capire quali nostri gusti sono stati «catturati» da società terze. Oppur e ReclaimPrivacy. com, un bottone da trascinare nel nostro browser che, una volta entrati in Facebook, ci aiuta a proteggerci all'interno del social network. Perché «il mondo non è il paese di Alice, ogni giorno leggiamo di qualcosa accaduto attraverso Fb. È un problema di cultura dell'utente; i social network vanno usati con cognizione», commenta categorico Raoul Chiesa, il più famoso (ex) hacker italiano.
«Il Corriere della Sera» del 29 maggio 2010

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