27 luglio 2010

Ecco il super software che prevede il crimine

Ordine pubblico
di Vincenzo Nigro
Il progetto Ibm che copia Minority report. Il sistema è ora in fase sperimentale in due distretti inglesi. Undici miliardi di investimenti. I primi test negli Usa: statistiche e database per trovare indizi sui delitti
Anticipare il male prima che il male avvenga. Prevenire il crimine, bloccarlo invece che reprimerlo. "Pre-crime" potrebbe diventare una realtà: come in "Minority Report", il film con Tom Cruise, la polizia arriva sulla scena del delitto prima ancora che il delitto ci sia stato. Il sistema esiste già, è stato inventato negli Usa e adesso viene sperimentato anche in Gran Bretagna: si chiama CRUSH (Criminal reduction utilising statistical history), ed è un sofisticato ma concettualmente semplice software, costruito dalla IBM, che i poliziotti di Memphis stanno testando da alcuni anni, e con cui adesso provano a lavorare anche i bobbies britannici.
Il software IBM prevede che i computer immagazzinino le informazioni sui delitti commessi, catalogando decine di "impronte" di ogni evento illegale, confrontandole con una serie di informazioni che vanno dai criminali conosciuti, al loro comportamento, alle soffiate degli informatori, magari alla videosorveglianza e persino alle previsioni del tempo (se piove di notte si rubano più auto). Su richiesta o autonomamente, il computer offre agli agenti le sue previsioni: di rapine, atti vandalici dopo una partita, possibilità che vengano rubate auto.
L'Observer di domenica ricordava che la tecnologia appartiene a quel settore in crescita dell'informatica che gli anglosassoni chiamano "predictive analytics". I primi affari in questo business l'IBM li ha fatti con le banche e con altre industrie, investendo 11 miliardi di dollari solo negli ultimi 4 anni per sviluppare il settore. Ben 22 delle 24 più importanti banche commerciali al mondo e 18 delle 22 società di telecomunicazioni si affidano alla "predictive analytics" di IBM. Il salto nel settore della sicurezza non è quindi un azzardo: i poliziotti della "preanalisys" se anche non avessero sul tavolo tutti gli elementi per fermare un criminale prima che la sua pistola spari, potrebbero evitare azioni di teppisti, di hooligans, furti in casa e rapine in banca. Secondo il dipartimento di Criminologia dell'Università di Memphis, in città dal 2006 in poi c'è stata una riduzione del 31% del crimine in generale e del 15% dei crimini violenti. Soprattutto, il sistema ha rafforzato il morale degli agenti della polizia cittadina, permettendo loro di fare più arresti mirati, aiutando gli agenti a sentirsi sempre più protagonisti di azioni di successo.
L'articolo che anticipa l'esperimento della "pre-crimine" britannica è molto parco di notizie: i due corpi di polizia che stanno sperimentando il programma sono riservati, non vogliono creare illusioni e temono reazioni scettiche o dubbiose tra gli stessi detective vecchia maniera. "Ma guardate che il concetto è semplice", dice Mark Cleverley, il capo delle strategie alla IBM: "La tecnologia offre ai poliziotti di fare meglio quello che hanno sempre fatto, solo che per anni si sono basati soltanto sul loro istinto, sulla loro esperienza". C'è una sola avvertenza: il contesto, la scena in cui questo programma è applicabile deve già essere molto informatizzato: in America e Gran Bretagna da anni le polizie lavorano e raccolgono massicciamente dati con l'informatica. In Italia, dove le forze di polizia non riescono neppure ad avere radio che parlano fra di loro, la "pre-crime" per forza di cose sarà ancora affidata al fiuto del commissario Montalbano o del maresciallo Rocca. Anzi, l'informatica potrebbe servire a distribuire i casi con italico equilibrio tra polizia e carabinieri.
«La Repubblica» del 27 luglio 2010

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