26 luglio 2010

Quando il rispetto è soltanto ipocrisia

Vietato parlare male di genitori, religioni, natura, Costituzione, omosessuali, eterosessuali, bisessuali, bambini, giovani, anziani e trapassati. La menzogna si traveste da buone maniere e la verità è bandita dai nostri discorsi
di Massimiliano Parente
Vi prego, qualcuno ci salvi dalla retorica del rispetto, perché ne posso più, te lo insegnavano anche a scuola e prima ancora la mamma e il papà e i nonni, abbi rispetto, ti dicevano, decenni di rispetto inculcato fin da bambini, e in verità nessuno ha mai rispettato (...)(...) nessuno, segno che serve a ben poco e ognuno rispetta quello che può. La retorica del rispetto, di questa parola orrenda e vuota, non ha limiti, e ogni faccia finge di essere il rovescio della stessa medaglia al valore del rispetto da rispettare.
C’è il rispetto per le religioni, che però sarebbero tenute, oltre che a rispettare la scienza, anche a non rispettarsi fra di loro, altrimenti che religioni sono se per una Gesù Cristo è il messia, per l’altra un profeta qualsiasi, per l’altra non è nessuno perché punta al nirvana. Ciò nonostante esiste un vilipendio della religione e non un vilipendio della scienza, quindi anche questo rispetto non rispetta il rispetto della verità sperimentale dei fatti.
Non si può cambiare la Costituzione, perché c’è il rispetto della Costituzione, che però confligge con il rispetto della maggioranza parlamentare, che confligge con il rispetto della minoranza parlamentare e delle minoranze umane in generale, e il rispetto per il lavoratori, e il rispetto per i datori di lavoro, e il rispetto per il lavoro. E poi il rispetto per gli animali, che fa da pendant al rispetto per i clienti dei locali dove i cani non possono entrare e dei mangiatori di carne altrimenti non rispettati dai vegetariani. I quali, che sciocchini, di norma hanno la fissazione della natura e del rispetto della natura, quasi che la natura fosse una cosa bella e buona che ha rispetto di noi, noi umani che insieme a tutte le altre quaranta milioni di specie animali viventi rappresentiamo solo l’uno per cento delle specie esistite in seicento milioni di anni, sterminate dalla natura e dalla selezione naturale, altro che «madre natura», ma vada a farsi fottere. D’altra parte perfino chi rispetta i panda non rispetta le zanzare, e considerando che già un moscerino ha ben sedicimila geni mi sembra che all’interno di questo rispetto ci sia del razzismo di specie, una mancanza di rispetto biologica.
C’è il rispetto per i muri bianchi, e il rispetto per i graffitari che li imbrattano, e l’estetica d’altra parte è un campo minato di rispetti senza rispetto, non puoi dire più neppure a una ragazza che è una bella fica, perché manchi di rispetto alle brutte, e pertanto se ti metti con una bella devi metterti anche con una brutta o sostenere che è bella dentro, e qualunque pubblicità con strafiga lede il rispetto delle non belle, sarà per questo che gli islamici hanno inventato il burqa, almeno non mancano di rispetto a nessuna racchia.
E a proposito di Islam, per carità, nessuno obietti alcunché su clitoridectomie, infibulazioni e lapidazioni, oltre al rispetto delle religioni c’è il rispetto dei popoli e delle tradizioni popolari e lì non si finisce più. Senza considerare il rispetto per gli omosessuali anche quando sono la brutta copia degli eterosessuali, il rispetto per l’infanzia fin da quando è ancora un embrione, il rispetto per gli anziani anche quando sono dei rompicoglioni rincoglioniti, e il rispetto per i giovani anche quando sono degli ignoranti, figli di genitori che vanno rispettati in quanto tali, vedi alla voce rispetto per i genitori, e tanto neppure in televisione puoi mandare a quel paese nessuno, nemmeno se dice palesi idiozie, perché vige il rispetto delle opinioni, come dice sempre la mia amica Barbara D’Urso.
Il mondo è infestato dal rispetto, anche sottoforma di monumenti che implicano il rispetto per i caduti mentre giustamente c’è chi invoca il rispetto per i suoi caduti dall’altra parte, quindi non si capisce cosa siano caduti a fare da una parte e dall’altra se nessuno aveva ragione. E comunque sia, in fondo, c’è il rispetto per i morti, per cui anche al cimitero devi stare in silenzio e non per non mancare di rispetto ai vermi ma perché disturbi i corpi in putrefazione, perché «riposano», o perché manchi di rispetto ai vivi che ci vanno per mettere fiori su una lastra di pietra, pur essendo i loro cari «in cielo», che secondo la credenza o comodino religioso dovrebbero ascoltarti anche se, per rispetto dei fiori, te ne resti a casa tua. Sul pianeta terra, al contrario, dove i piccoli intellettuali, per sentirsi grandi, invocano «il rispetto per il pianeta», non si può intercettare nessuno perché viene meno il rispetto per la privacy, però se lo impedisci non hai rispetto per il lavoro dei magistrati e dei giornalisti, e per uno scrittore stronzo come me, oltre a dover rispettare gli altri scrittori senza poterli odiare pubblicamente, ora va messo in conto il rispetto per il lettore, come se il lettore fosse qualcosa di speciale rispetto a te che scrivi a prescindere da te e da loro. Come mi è successo a Bergamo, durante una presentazione, finita in rissa perché ho mancato di rispetto al pubblico, e pensare che già Leopardi scriveva che se uno conoscesse i propri lettori uno a uno non scriverebbe più, ma lo scriveva nello Zibaldone, sapendo che il suo disprezzo sarebbe uscito postumo, anche Giacomo imbavagliato dal rispetto.
E infine, ciliegina sulla torta del rispetto, il rispetto per se stessi, per cui non ti puoi neppure suicidare perché devi avere rispetto per la vita, anche se è la tua, e per questo quando un’amica recentemente mi ha detto di non aver rispetto per sé in quanto donna le ho risposto no, nemmeno Nina Senicar ha rispetto per me visto che non mi invita mai a cena, e che alla fine mi si rispetti non in quanto uomo, e si rispetti la mia mancanza di rispetto per me stesso, l’ultimo diritto dell’ultimo uomo.
«Il Giornale» del 18 luglio 2010

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