18 settembre 2010

Sulla stampa solo pedofilia. Il viaggio ridotto a un «mea culpa»

di Umberto Folena
Gli avverbi? Tutti sotto stretto controllo. Specialmente quelli lunghini. Altrimenti rischia­no di sparire. Prendiamo il Santo Padre. E la pedofilia. In volo, al volo, così si espri­me testualmente: «L’auto­rità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante e decisa e veloce». Sufficien­temente... avverbio lungo e scomodo, un tiranno man­giaspazio per i titoli. Meglio correggere il Papa. La Repubblica opta per l’aboli­zione: «La Chiesa non ha vi­gilato ». Non ha vigilato af­fatto, non ha vigilato per niente. Omissione totale. La Stampa a ruota: «Non ab­biamo vigilato». Libero non conosce le mezze misure: «Non abbiamo vigilato». Anche il Giornale: «La Chie­sa non è stata vigile». E il So­le 24 ore: «La Chiesa non ha vigilato». Il Riformista si mo­dera: «Poco vigilante». Il Tempo va giù duro: «Non abbiamo vigilato». Idem il Mattino: «Non abbiamo vi­gilato». È sufficientemente chiaro? Una frase detta al volo in vo­lo diventa, nei titoli dei prin­cipali quotidiani italiani, il riassunto dell’intera prima intensa giornata britannica del Papa. Scelta che nean­che i più diretti interessati, i quotidiani inglesi, hanno fatto: «Missione improbabi­le » è il titolo di prima di The Independent, che evoca u­na parabola: «Il suo mes­saggio è destinato a cadere su terreno sassoso?». E The Times, nei giorni in cui il Re­gno ricorda i 70 anni dalla Battaglia d’Inghilterra, tito­la: «La battaglia della fede. Il Papa chiama il popolo bri­tannico ad abbracciare i va­lori della fede». E proprio questo è stato il senso della prima giornata di Benedet­to XVI. Invece un’altra espressione che manda in brodo di giug­giole i redattori nostrani è 'mea culpa'. «Mea culpa sui pedofili» (Stampa). «Mea culpa del Papa» (Libero). «Il mea culpa per i preti pedofili» (Giornale). L’immagine proposta ai lettori è di un Pontefice schiacciato dai sensi di colpa, attanagliato dalla mancata vigilanza... del tutto assente, non insuf­ficientemente vigilante. Ah, gli avverbi stralunghi della nostra lingua bella, ma sco­moda. Specialmente per i tabloid: poche colonne, pa­role brevi. E l’accoglienza? Bel duello tra Marco Ansaldo della Re­pubblica e Andrea Tornielli del Giornale. Entrambi in­viati. Tutti e due presenti. Che cos’hanno visto? Ansal­do ammette che a salutarlo c’erano fedeli «da ore in at­tesa », e poi precisa: «C’era­no più di 60mila persone per la Messa a Bellahouston Park». Molto più spazio lo dedica, in coda, ai dissiden­ti: «Una settantina di conte­statori ha agitato in aria al­cuni preservativi mentre il Papa faceva il suo discorso». Una settantina in mezzo a più di 60mila, dunque. Tor­nielli fornisce una versione leggermente diversa. Parla di 70mila fedeli alla Messa, e qui la differenza è minima. Ma subito precisa: «Da ieri i protagonisti della visita pa­pale sono loro, non i gruppi di protesta, vocianti e cor­teggiati dai media, ma non così consistenti come si vuole far credere: nell’area riservata a loro accanto al castello di Edimburgo, do­ve erano previsti una set­tantina di posti, c’erano sol­tanto una decina di ragazzi che hanno agitato dei pre­servativi al passaggio del corteo papale». Settanta o dieci? Settanta i posti o i contestatori? Alla Messa o al passaggio del corteo?
A dirimere la questione è forse l’articolo anonimo del Foglio che racconta la diret­ta della Bbc. Dopo lo «tsu­nami mediatico di articoli i­per critici e di trasmissioni televisive tendenziose», il Papa sbarca, e si capisce «che la lunga ed eccellente diretta della Bbc avrebbe prodotto un altro esito. E che contrasto: dopo gli a­stiosi commenti nelle ulti­me settimane degli intellet­tuali atei e dei membri de­gli 'special interest group' che per un motivo o per l’al­tro ce l’hanno a morte con il Vaticano, sentire i morbi­di e rispettosi toni del galle­se Huw Edwards, il princi­pale anchorman di Bbc 1 News, commentare l’even­to con la tipica puntualità riservata per i grandi servi­zi in esterno del broadcaster di Stato. Tutta un’altra cosa, un segnale che la perma­nenza del Pontefice sul suo­lo britannico è destinata a risolversi in un successo».
Quasi ce ne stavamo di­menticando: il manifesto dedica al Papa una decina di righe. Titolo: «Primo gior­no in Scozia tra le gaffe». Per il giornale, sarebbe una gaf­fe l’accostamento tra atei­smo e nazismo. Ma solo per­ché ha suscitato l’ira della National Secolar Society. Ah, questo Papa dalla gaffe fa­cile.
Sui quotidiani italiani sintesi sbrigative limitate alle frasi pronunciate in aereo «Ottima invece la cronaca della Bbc»
«Avvenire» del 18 settembre 2010

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