14 luglio 2011

Ragazzi non cercate un lavoro, inventatevelo!

di Alberto Onetti

"The Start-Up of You" si intitola l'editoriale di Thomas Friedman sul New York Times che riprende il titolo dell'ultimo libro di Reid Garrett Hoffman (co-fondatore di LinkedIn e board member, tra le altre, di Mozilla e Zynga).
Friedman inizia il suo articolo osservando le cinque società più interessanti sul panorama high-tech: Facebook vale circa 100 miliardi di dollari, Groupon 30, Zynga 20, Twitter e LinkedIn 8. Quasi 200 miliardi di valore complessivo. Ma se mettessimo insieme tutti i loro dipendenti il Madison Square Garden con i suoi 20 mila posti sarebbe più che sufficiente per accoglierli ("and still have room for grandma" aggiunge Friedman).
Non grandi numeri che fanno grandi numeri.
E che profilo hanno questi "lavoratori" della nuova era?
In prevalenza "talented engineers". Ma al di là delle competenze tecniche, una attitudine ben marcata, quella all'imprenditorialità: si tratta infatti di "people who can invent, adapt and reinvent their jobs every day, in a market that changes faster than ever".
Capacità di produrre valore. In Silicon Valley i dipendenti sono valutati su base trimestrale, non annuale, in quanto su mercati che cambiano così rapidamente non ci si può permettere di aspettare un anno per capire se una persona stia facendo un buon lavoro o meno.
I percorsi tradizionali di carriera non ci sono più (“The old paradigm of climb up a stable career ladder is dead and gone”), il posto fisso e la crescita per passaggi progressivi pure ( “No career is a sure thing anymore").
Nel presentarsi ad un colloquio di lavoro siate certi che chi avete davanti si farà le seguenti domande nel valutarvi:
1) E' capace di produrre valore? ("Can this person add value every hour, every day — more than a worker in India, a robot or a computer?")
2) Ha spirito imprenditoriale e capacità di innovare? ("Can he or she help my company adapt by not only doing the job today but also reinventing the job for tomorrow?")
3) Saprà adattarsi? ("Can he or she adapt with all the change, so my company can adapt and export more into the fastest-growing global markets?").
Non puoi più pensare: ho un titolo di studio, qualcuno verrà a cercarmi ... devi invece capire quali mercati stanno crescendo e in che direzione ... e, soprattutto, capire come su questi mercati tu possa contribuire a creare valore in un modo cui altri non hanno ancora pensato (“find a way to add value in a way no one else can").
Chi cerca un lavoro oggi ha di fronte lo stesso dilemma che l'imprenditore ha sempre avuto: "differentiate or die". In una era di imprenditorialità spinta e diffusa ("that now goes for all of us”) lo spirito dello startupper è quindi quello che paradossalmente vi aiuterà a trovare lavoro o, se non a trovarlo, a crearvelo...
Nel nostro articolo di settimana scorsa avevamo commentato che imprenditori non si nasce ma si diventa, quindi le porte sono aperte per tutti...

«Corriere della Sera» del 13 luglio 2011

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