16 novembre 2011

L'avversario sconfitto va rispettato

Insulti discutibili, non belli e politicamente poco lungimiranti
di Aldo Cazzullo
Cazzullo risponde alle critiche sull'articolo del 13 novembre sulle manifestazioni contro Silvio Berlusconi
Devo una risposta ai tantissimi lettori che mi hanno scritto per esprimere apprezzamento o critiche al commento sulla «gazzarra senza coraggio» uscito domenica sul Corriere della Sera. Ringrazio tutti, ma ovviamente mi interessano di più le critiche. Purché educate e in buona fede, escludendo quindi quelle del Fatto Quotidiano. Il meccanismo con cui si muove Travaglio ormai è chiaro: il suo è il profilo professionale di un buon cronista della giudiziaria di Torino, divenuto personaggio e poi star presentando tutti gli altri, in particolare chi sulla legalità non ha idee molto diverse dalle sue, come servi, a maggior gloria dell'unico Puro, con un tono e un linguaggio che neanche Sallusti. Ai lettori rispondo invece che non è in discussione il giudizio sul berlusconismo. Il mio è agli atti di questi diciassette anni, e non è certo il caso di improvvisarlo adesso.
Né è in discussione il diritto di festeggiare. Io stesso sono sollevato al pensiero che Berlusconi non sia più presidente del Consiglio. Ma un conto è festeggiare a casa propria, o nelle piazze e magari intonare l’Alleluja; un altro è andare davanti al Quirinale o sotto casa sua a insultarlo. C'ero, sotto Palazzo Grazioli; e l'atmosfera non mi è piaciuta. A maggior ragione quella che si respirava a tarda sera, quando la polizia ha dovuto bloccare l'intera zona, impedendo ai romani e ai turisti di circolare liberamente di sabato nel centro della capitale. Nulla di drammatico, per carità. Ma era una giornata particolare. Le scene di dileggio non vanno enfatizzate. Ma non è giusto neppure fare finta di nulla.
Credo che il rispetto per l'avversario sconfitto sia sempre un valore, a maggior ragione se l'avversario non ha avuto rispetto per me. Berlusconi poi non è stato sconfitto in un voto elettorale, e neppure in un voto parlamentare; anzi, la sinistra gli sta chiedendo di sostenere insieme un governo di larghe intese, in un momento delicatissimo, con l'Italia sull'orlo del crollo finanziario. Andare sotto casa sua a fargli il gesto dell'ombrello mi pare discutibile sul piano morale, poco bello sul piano estetico e poco lungimirante sul piano politico. L'antiberlusconismo per me è Antonio Tabucchi che pubblica Sostiene Pereira nel '94. E' Oscar Luigi Scalfaro che rifiuta di nominare Previti ministro della Giustizia. I gesti dell'ombrello sotto casa di un premier dimissionario li lascio volentieri ad altri.
Ps: agli amici della comunità gay e trans che protestano per la battuta su Luxuria «vestito da donna», contrapposto al cilicio della Binetti, rispondo che con Vladimir ci siamo scritti e spiegati. Era, appunto, chiaramente una battuta, per sottolineare l'eterogeneità della coalizione del 2006. Non era assolutamente mia intenzione offendere Luxuria, che conosco e stimo da anni, né altre persone, i cui diritti ho sostenuto e sostengo.
«Corriere della Sera» del 15 novembre 2011

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