27 agosto 2015

Il giornalista killer come i tagliagole non si accontentano di uccidere, vogliono anche la celebrità

La strage in Virginia e i precedenti
di Guido Olimpio
Stessa tecnica (e motivazione) di Coulibaly e degli altri terroristi Isis. Fissare il loro delirio in un video perché resti a testimoniare quanto hanno fatto
WASHINGTON - Non basta il gesto violento, crudele. Vogliono anche «fissarlo» in una foto o in video perché resti a testimoniare quanto hanno fatto. Il killer dei due giornalisti in Virginia ha filmato l’agguato con una piccola telecamera, quindi lo ha rilanciato sulla rete. Si è comportato come molti terroristi, a cominciare da Mohammed Merah, l’assassino di Tolosa, o Amedy Coulibaly, protagonista della presa d’ostaggi nel negozio kosher di Parigi.
Ma non solo. Il giovane studente di origine sud coreana, autore del massacro al Virginia Tech, aveva inviato ai media una videocassetta dove posava con le sue pistole. Cercava pubblicità e notorietà, indicava i suoi nemici. Ancora: Eliot Rodger, prima di partire per una folle incursione nelle vie di Santa Barbara, ha registrato il suo «manifesto» poi postato sul web. Di nuovo un modo per spiegare al mondo quanto avrebbe compiuto poco dopo. Omicidi e «spettacolo», messaggi che sono pretesti per atti brutali. Un modus operandi che oggi accomuna lo sparatore americano e il tagliagole dell’Isis.
Non è un caso che nel “manifesto” inviato ai media due ore dopo aver assassinato i reporter, Bryce Williams ricordi, in chiave positiva, proprio Seung Hui Cho, il protagonista dell’attacco del Virginia. Lo definisce una fonte di ispirazione, una persona capace di fare più vittime di Eric Harris e Dylan Klebold a Columbine, idoli di molti stragisti statunitensi. E non solo.
«Corriere della sera» del 27 agosto 2015

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